Il Patrimonio Culturale

Storia, Arte, Vita Sociale – un patrimonio culturale che genera valore

L’Acqua, assieme al sistema delle macchine idrauliche fino alle centrali idroelettriche,le importanti fonti termali, i giacimenti minerari sfruttati nelle ex-miniere, tutte “energie” che la Valle dell’Agno caratterizzanado le economie e le comunità radunate attorno ad esse generando opportunità economiche. La storia testimonia lo sfruttamento di queste risorse naturali fino ad arrivare al ‘900, quando la Rivoluzione Industriale e le Guerre Mondiali, stravolgono il territorio sovrapponendo le proprie tracce ai paesaggi preesistenti che ancora possiamo riconoscere.

Alcuni punti di interesse raccolgono queste testimonianze. Dalla Città dell’Armonia a Valdagno a percorsi tra chiese, santuari, musei che raccolgono le testimonianze della cultura del territorio

Il patrimonio culturale, artistico e storico

A parte poche tracce preistoriche e qualche ritrovamento romano o longobardo, la storia della Valle dell’Agno comincia nel medioevo con la famiglia Trissino che costruì i castelli fino Valdagno. Attorno ad essi si costituirono i vari nuclei abitati. Risale al periodo feudale d’inizio l’insediamento nella vallata di boscaioli e contadini in gran parte di origine cimbra che si dedicarono all’agricoltura e alla pastorizia. Tracce del loro dialetto tedesco sono sopravvissute anche in molti termini dialettali ancora utilizzati e in alcuni cognomi e tradizioni locali.

Gran parte dell’attuale sistemazione urbanistica della città di Valdagno risale al ‘700, nel periodo della Repubblica Veneta, mentre la parte della città situata nella sinistra Agno nei primi anni del ‘900 è stata oggetto su commissione della famiglia di imprenditori Marzotto di un progetto di urbanizzazione denominato Città Sociale o Città dell’Armonia di Gaetano Marzotto.

Recoaro Terme è un paese di circa 6000 abitanti che si sviluppa tra la verdeggiante Conca di Smeraldo e la corona delle Piccole Dolomiti
Il centro, situato a 440 m s.l.m., presenta edifici in stile liberty con decorazioni e fregi originali, ripresi da cartoline e immagini d’epoca. 
Il centro storico è circondato da nuclei abitativi rurali, le contrade che con le loro abitazioni caratteristiche, i fienili, il forno e la corte comune, la fontana, i capitelli e, talvolta, la giassàra e la casàra, rappresentano le antiche custodi della tradizione “cimbra” del paese. 

Crespadoro, con le frazioni di Durlo, Marana e Campodalbero, è il più alto dei comuni della Valle del Chiampo al confine geografico tra Cima di Marana (e quindi le Piccole Dolomiti) e le Cime della Lobbia, alta Lessinia orientale chiudendo a nord la Valle del con la nota Catena della Tre Croci, parte delle Piccole Dolomiti.

La storia risale a tempi molto antichi, reperti preistorici dell’età del ferro sono stati trovati alla Purga di Durlo (purk, purga o anche burgh a significare castello o luogo fortificato, molto adatta ad insediamenti di castellieri e castelli), poi le tracce della ‘via Visentina’ già luogo di passaggio, e soprattutto contrabbando, tra l’alta pianura pedemontana veneta centrale e il Tirolo, quindi le popolazioni germaniche-galliche pre-romane, poi i romani che riutilizzarono gli antichi castellieri come torri d’avvistamento e presidi militari, poi le invasioni barbariche in particolare longobarde con insediamenti a Faraselle (da Fara, ora Fraselle) e probabilmente anche al castello di Durlo. .

Il territorio si è popolato con una più insistita migrazione germanica (i cosiddetti cimbri, in realtà bavaresi) agli albori del secondo millennio la cui testimonianza si ritrova nella toponomastica sparsa sul territorio che gli studiosi collegano all’alto tedesco del 1200.

A Durlo sono state segnalate alcune passeggiate che permettono di scoprire gli angoli più suggestivi dello splendido paesaggio dell’alta valle del Chiampo, punteggiato da numerose contrade ancora integre nella loro struttura architettonica.

A Marana si trova l’osservatorio astronomicoMarSEC, complesso di studio, ricerca e divulgazione astronomica. Il complesso, gestito degli astrofili del MarSEC, oltre alle due cupole destinate una alla ricerca e l’altra alla divulgazione scientifica ospita un insieme di scenari che spaziano dalla Geologia all’Astronomia passando per l’Astronautica.

 

Per conoscere meglio il patrimonio culturale, artistico e storico

 

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