Sul finire dell’Ottocento il Lanificio Marzotto era ormai un’azienda di dimensioni nazionali. Il salto qualitativo e quantitativo avviato soprattutto dopo la costruzione del secondo stabilimento al Maglio di Sopra (1884) necessitava di un analogo balzo anche in campo energetico. I salti della roggia comunale e del Maglio, pur opportunamente modificati, si stavano rivelando insufficienti.
L’ing. Alessandro Marzotto affrontò in prima persona il problema, concentrando la sua attenzione sul territorio a nord di Valdano, utilizzando le acque dell’Agno nel suo tratto iniziale, da Recoaro a S. Quirico, e quelle dei suoi numerosi affluenti
Una delle prime domande di derivazione presentate dalla Marzotto sul finire dell’Ottocento per il territorio di Recoaro risulta essere quella che interessava il tratto di torrente Agno compreso tra il ponte dei Facchini e il ponte dei Righellati.
In quella zona erano già esistenti due derivazioni d’acqua, site entrambe in sponda sinistra, che servivano due diversi opifici. Il primo ospitava una segheria, il secondo un mulino da grano e un macinatoio da gesso (questo da tempo di proprietà della stessa Marzotto).
Acquistati i diritti d’acqua anche della segheria, la Marzotto presentò un progetto nel 1896 per riordinare l’intero tronco in un’unica derivazione. Le opere di presa erano previste a valle del ponte dei Facchini, da dove un canale di oltre 1110 metri (in parte sospeso su pregevoli archi a tutto sesto) avrebbe convogliato le acque verso una piccola vasca di carico (circa 20m3). Una condotta forza di 53 metri le avrebbe infine portate ad animare una turbina, collocata in un edificio motore in contrada Righellati.
La centrale Righellati, ora di proprietà di Eusebio Energia, è attualmente in funzione.
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Paolo Pellizzari per Impianti Agno
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