I primi progetti per derivare le acque dell’Agno tra le località Val Calda e Ponte Verde risalgono al 1913 e portano la firma dell’ingegnere E. Albarello.
La briglia di presa si sarebbe appoggiata «alle mura di sostegno della stazione tramviaria di Recoaro», recentemente inaugurata (1911). Le acque raccolte avrebbero poi percorso una galleria di circa 850 metri per giungere alla vasca di carico, da cui una condotta forzata della lunghezza di 95 m le avrebbe condotte poi nell’edificio motore, per animare due turbine Francis.
La concessione venne accordata nel febbraio 1916 dal Genio Civile ma sorsero ben presto dei rilevanti problemi. Nonostante nel progetto si fosse infatti prospettata la costruzione di un muro di controripa «per il caso di una piena eccezionale» dell’Agno, questo si era rivelato insufficiente a contenerne le acque. Come rivelano le lamentele dei proprietari alberghiere di Recoaro: «Alla prima e non forte alluvione dell’ottobre [1918], il torrente, riempito di materiale il bacino artificiale, determinò un subitaneo innalzamento dell’alveo [e le acque] invasero locali sotterranei, cantine e cucine di una decina di fabbricati lungo la sponda sconvolgendo quanto conteneva. Tale fu la minaccia alla consistenza stessa di qualche edificio […] da costringere comandi di reparti locali che vi alloggiavano truppa all’immediato sgombero». Il Lanificio fu quindi costretto a risarcire i danni e rendere più sicure le opere di presa della centrale Ponte Verde, con una diga più solida e un canale dotato di appositi sfioratori per lo scarico dell’acqua.
La centrale Ponte Verde, di proprietà di Eusebio Energia, è attualmente in funzione.