Centrale Montagna Spaccata

Informazioni:
  • Capacità produttiva: 460 MWh / anno
  • SP100, 4, 36076 Valdagno VI, Italia - 405 metri s.l.m.

Diversamente dalle altre presenti nel territorio tra Recoaro e Valdagno, la centrale idroelettrica denominata Montagna Spaccata non rientrava nella strategia energetica del Lanificio Marzotto. Venne infatti progettata e costruita per la ditta dell’ing. Girolamo Dalle Ore, uno dei principali protagonisti della vita e dell’economia della Valle dell’Agno nei primi decenni del Novecento.
Nell’ampio ed eterogeno elenco di imprese e interessi, dislocati lungo tutta la Valle dell’Agno, spesso intrecciati con la sua attività di amministratore e politico, rientrava anche lo sfruttamento dell’energia idroelettrica. Questo era legato soprattutto alla sfruttamento della vicina miniera di lignite del monte Pulli, di cui Dalle Ore aveva la concessione: il funzionamento delle pompe, dei ventilatori e dei numerosi, ed energivori, organi di sollevamento rendeva infatti necessaria una considerevole quantità di energia. L’utilizzo dell’ acqua come fonte di energia poteva essere la risposta a questi problemi.
Dalle Ore si interessò in primo luogo alle acque del Torrazzo, affluente di destra dell’Agno, e di un suo piccolo immissario, il Rossecume. Le diverse richieste incontrarono però alcuni ostacoli, in particolare per i danni che avrebbe portato al mulino di Luigi Pellichero e della vicina contrada Borga, poi però risolti con un accordo tra le parti.
L’attenzione si concentrò poi sulle acque del torrente Montagna Spaccata. Questa rappresentava (e rappresenta tuttora) un’importante attrazione turistica del territorio, con l’opera costante e paziente
delle acque che aveva creato una profonda e lunga frattura: «Bellissimo orrido, con caduta d’acqua nel fondo, che offre una scena grandiosa e pittoresca» secondo le parole di A. Fornasa. Delle proteste si erano quindi levate per l’utilizzo idroelettrico della sua acqua, con il giornale di Recoaro, “l’Agno”, che denunciò il pericolo per lo spettacolo naturale. Ma un compromesso fu trovato, con Dalle Ore che si impegnò a garantire nei mesi estivi la necessaria quantità e continuità dell’acqua alla Montagna Spaccata.
Per ovviare alla minore produzione estiva fu progettato un secondo piccolo opificio. Denominato “Terra Rossa” era situato in sponda destra del Torrazzo, non molto distante dalla strada verso Fongara, ed ospitava due turbine Pelton.

Dopo aver cessato l’attività alla fine degli anni Sessanta, la centrale Montagna Spaccata, ora di proprietà di Impianti Agno, è tornata di nuovo in funzione

Foto del sistema

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Galleria fotografica

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1. Miniera Monte Pulli p. 41
2.5 La centrale Montagna Spaccata (3)
2.5 La centrale Montagna Spaccata (4)
2.5 La centrale Montagna Spaccata (5)
2.6 Planimetria del progetto dell’ing. G. Dalle Ore (1906)
3. Variante al progetto (1917)
Opera di presa Montagna Spaccata
Pianta Montagna Spaccata