La centrale idroelettrica denominata Gazza, chiamata originariamente Lora, è l’ultima, in ordine cronologico, tra quelle costruite dalla Marzotto nell’alta Valle dell’Agno.
La prima domanda per derivare l’acqua della valle Lora fu presentata nel 1921, «con lo scopo di produrre energia elettrica da trasportarsi allo stabilimento del Maglio di Sopra». Più precisamente si pensava di utilizzare le acque «dalle tre sorgenti della valle Lora, situate alla base dei monti Plische, Cima Tre Croci e Rove, aventi nome Lora, Sette Fontane e Lambre».
Sarebbero state quindi costruite tre opere di presa sulle rispettive sorgenti, con un breve canale derivatore che ne avrebbe portato le acque fino al piccolo bacino di carico. Da questo una condotta forzata di oltre 700 metri avrebbe poi convogliato l’acqua ad animare due turbine Pelton.
L’edificio motore, a tre piani, avrebbe avuto una copertura «caratterizzata da quattro abbaini e originariamente costituita da scandole d’ardesia». Particolare anche la scritta collocata sul fronte d’accesso: su campo rosso chiaro, con testo in colore grigio, la dicitura «Filatura di lana a pettine G. Marzotto e F. – Centrale Lora». Con il passare dei decenni la scritta subì l’usura del tempo (e la decisione di non ricomporla dopo l’introduzione delle tasse pubblicitarie sulle iscrizioni), divenendo praticamente illeggibile. Un recente restauro, cha ha convolto tutta la centrale e le sue opere, l’ha però riportata all’antico splendore.
Un’importante modifica fu progettata nel 1923: in sostituzione della piccola vasca di carico fu costruito un bacino di rilevanti dimensioni (pari a circa 12.500 m3, con un perimetro di circa 200 metri e una profondità di 5 metri).
La centrale Gazza, ora di Eusebio Energia, è attualmente in funzione.