Tra l’estate e l’autunno del 1912, il Lanificio Marzotto presentò due progetti per derivare le acque degli affluenti di sinistra dell’Agno nel suo tratto iniziale. A firma dell’ing. E. Albarello, questi prevedevano di utilizzare le acque dei piccolo corsi d’acqua (Lora, Rottolon, Peschele e Frizzi) al fine di «generare forza motrice da destinarsi ai due stabilimenti della Marzotto». È da segnalare che al tempo le acque della valletta Peschele alimentavano già un piccolo mulino, di proprietà della famiglia Parlati. Le opere di prese sarebbero state quattro: sul torrente Lora, sul canale di scarico del suddetto mulino, sul Rotolon e sulle Valli Antesa e Val Fredda. Il lungo canale derivatore (oltre 3 km) avrebbe raccolto le acque da tutte queste vallette, spesso correndo in galleria, come sotto il monte Santa Giuliana (per circa 400 metri). Dalla stretta e lunga vasca di carico della capacità di circa 1000 m3 sarebbe partita una condotta forzata di 275 metri, la cui acqua avrebbe animato due turbine Pelton, collocate in un edificio motore posto di fronte alla centrale Bruni, sull’altra sponda dell’Agno. Alcune varianti vennero registrate negli anni successivi: venne derivata anche l’acqua del torrente Agno di Creme e, per le opere di presa sul Rotolon, fu inizialmente progettata una briglia-sifone («l’opera più importante di tutta la derivazione sia per la sua mole sia pure per l’importanza del corso d’acqua che attraversa») poi limitatasi alla costruzione di un ponte canale in cemento e l’edificazione di una piccola briglia in sassi e muratura. La centrale Frizzi, ora di proprietà di Eusebio Energia, è attualmente funzionante.